“Meditare è trovare un posto, uno spazio, un tempo solo ed esclusivamente per sé - ciascuno di noi ne ha bisogno: è un’esigenza naturale, essenziale per la propria sopravvivenza”

Prefazione

Semplice e complessa allo stesso tempo: la meditazione è una pratica (o meglio, SONO delle pratiche) antichissima/e.

Tanto semplice ed intuitiva quanto a volte complessa: non tanto per la difficoltà, perché sono pratiche che si possono incorporare facilmente nel proprio quotidiano, quanto per il riuscire effettivamente a prendersi il tempo per farlo, e mantenere quella che nello yoga viene chiamata “TAPAS” – Self Discipline, l’autodisciplina, il potere sul sè.

Tapas implica il fare qualcosa che non vorresti fare ma che sai che avrà uno scopo benefico sulla tua vita. Lo sforzo consapevole compiuto grazie alla tapas crea un fuoco interiore dentro di noi dovuto alla dualità tra i desideri della nostra mente e del nostro io interiore, e questo fuoco può essere utilizzato come fonte di energia spirituale. Tapas trasforma e purifica, aumenta la nostra consapevolezza e controllo dei sensi, impulsi e comportamenti negativi, costruendo la forza necessaria a proseguire nel percorso dello Yoga.

Disclaimer: questo articolo è frutto della mia esperienza personale, dei miei studi e delle mie ricerche. Non vuole sostituire consulenze mediche ne’ porsi come soluzione risolutiva a problemi fisici e/o psicologici.

Prima di introdurvi alla meditazione, ci tengo ad iniziare raccontandovi come e quando ho iniziato a meditare. Al contrario di quello che tanti possono pensare, ho iniziato a fare yoga attraverso pratiche di meditazione, e non attraverso la pratica fisica, le asana.

La meditazione

La meditazione ha origini antichissime, proprio come lo yoga, e per questo è difficile dare una versione univoca di quella che è la sua storia – esistono tantissime diverse pratiche e sfaccettature, ed il mio intento è quello dei dare qualche suggerimento – pratico ed utile – a coloro che sentono il bisogno di avvicinarsi alla meditazione.

Seppur esistano infinite tecniche, metodi e tradizioni diverse relative alla meditazione, il fine ultimo di essa rimane pressochè lo stesso per ogni cultura: l’espansione della consapevolezza, della coscienza, ed il riportare l’attenzione al momento presente. Siamo difatti quasi sempre proiettati nella nostra mente al passato, a causa delle nostre esperienze, o al futuro, a causa delle ipotetiche preoccupazioni, mentre l’unico momento in cui possiamo vivere è il qui ed ora.

Dal punto di vista storico, la meditazione in tibetano letteralmente significa “diventare familiare con” : attraverso la meditazione iniziamo a diventare consapevoli dei nostri pensieri automatici e di tutti quei comportamenti che inconsapevolmente applichiamo ogni giorno. In questo articolo vi parlerò della meditazione classica, tradizionale (definita come Meditazione Zen, Vypasyana o Anapana) che in inglese vengono definite come “still meditations” (meditazioni calme, ferme, immobili, tranquille).

Se per qualsiasi motivo sentite un ripudio verso lo stare seduti con gli occhi chiusi, o vi mette particolare ansia, anche se forse questi sono i motivi per cui avreste più bisogno di meditare, sappiate che esistono anche meditazioni dinamiche e non siete del tutto spacciati, come ad esempio le meditazioni  di Osho. Quindi, c’è speranza anche per voi, e non avete più la scusa che “non riuscite a stare seduti”. Se vi interessano queste tipologie di meditazione vi invito a fare le vostre ricerche personali: ho provato diversi stili di meditazioni dinamiche durante il mio Teacher Training in Thailandia ma davvero non fanno per me, quindi non so dirvi molto a riguardo! Ma continuiamo con la meditazione…

La meditazione è la parte più complicata dello yoga, nonché il suo fine ultimo: lo yoga “fisico’, la pratica di asana (che prende vari nomi a seconda dello stile, tra cui Vinyasa Yoga, Hatha Yoga, Ashtanga, Yin, Restorative e via dicendo)  secondo i testi tradizionali serve solo per rendere il corpo più flessibile e preparato allo stare più tempo seduti in meditazione.

La meditazione è la parte più difficile ed allo stesso tempo più utile dello yoga, attraverso la quale trascendiamo il corpo fisico, lo spazio ed il tempo. È appunto la parte più complessa, ma anche quella della quale abbiamo più bisogno, specialmente in questo momento storico dove la frenesia dei ritmi della società ed il distacco con la natura sono purtroppo situazioni quotidiane. La nostra mente analitica spesso vuole prendere il sopravvento e a volte ci sentiamo completamente sommersi ed impotenti di fronte al flusso di pensieri continuo che riempie la nostra mente.

La meditazione: errori comuni

Errore comune è spesso pensare che attraverso la meditazione smettiamo di pensare: assolutamente NO. Come dire… ti piacerebbe! Il classico mito “non posso meditare perchè non riesco a smettere di pensare” deve essere sfatato. Esattamente come non possiamo fermare il nostro fegato o il nostro cuore dallo svolgere le loro funzioni vitali, allo stesso modo non possiamo pretendere che il nostro cervello smetta di pensare. E’ fatto apposta! Pensa che in media facciamo 60/70000 pensieri al giorno…

Quello che impariamo, attraverso la meditazione, è superare la nostra mente, non sopprimendola ma osservandola: seduti a gambe incrociate, con gli occhi chiusi, ci immaginiamo di essere gli spettatori di ciò che accade dentro la vostra mente, osservando il flusso continuo di pensieri. Alcuni miei maestri mi hanno insegnato ad immaginare che i pensieri siano nuvole e che noi siamo il cielo, oppure che i pensieri siano macchine in coda in autostrada, e che noi li stiamo guardando da un aereo.

Il distacco dalla forma-pensiero fa si che si possano raggiungere stati di calma maggiore, imparando a riconoscere le sensazioni di stress, ansia, panico, e prendendone il distacco.

La meditazione ci aiuta a sviluppare maggiore consapevolezza del nostro io interiore e del nostro vero se', aumentando la nostra naturale capacità di intuizione, l'attenzione, la calma e la resilienza.

Meditazione e attacchi di panico

Personalmente, da quando pratico yoga posso dire di essere abbastanza fortunata per quanto riguarda la gestione dell’ansia e gli attacchi di panico.

Seppure insegni yoga, però, sono un essere umano e non sono immune allo stress.

Nella mia vita posso dire di aver avuto quattro episodi di attacchi di panico: al quarto, ho capito istantaneamente come fermarlo, e non mi sono mai più venuti.

Ora, non sono qui a sostenere che la meditazione fermerà tutti i vostri attacchi di panico e farà il miracolo: tutti’altro. Scegliete le terapie adeguate e fatevi seguire da dei professionisti! Dopo i miei episodi di attacchi di panico, difatti, ho deciso di seguire per la seconda volta un percorso da uno psicoterapeuta durato qualche mese.

Non vergognatevi a prendere questo tipo di decisione! Anzi, proprio come penso che tutti dovrebbero fare yoga per conoscere il proprio corpo, penso che tutti dovrebbero passare nella loro vita da uno psicologo, per meglio comprendere la loro mente.

Comunque, tornando a noi. La meditazione, grazie ai suoi benefici elencati in questo articolo e specialmente alla capacità di riconoscere i propri pensieri come entità separate dal proprio sé, mi ha senza’altro aiutata nell’affrontare momenti e situazioni stressanti.

La meditazione ed il sistema nervoso

La meditazione ha un’influenza immediata sul nostro sistema nervoso: proprio come la maggior parte delle pratiche che fanno parte dello yoga (pranayama – controllo del respiro, asana – posture e via dicendo) essa condiziona il nostro sistema nervoso stimolando sensazioni di calma.

In particolare, grazie alla meditazione siamo in grado di affrontare in modo diverso lo stress, e tutti quegli stati dove agiamo e reagiamo automaticamente e inconsapevolmente in modo impulsivo.

Il famoso “Sistema Nervoso Simpatico” SNS – è quella parte del sistema nervoso legata alla reazione “attacco-fuga”, in inglese definita come “fight or flight or freeze” – “lotta, vola o congelati”.

Vivendo in una società iper-stimolata ed iperattiva, tanti di noi vivono costantemente in allerta, sovrastimolando il SNS: questo fa si che per tanti sia difficile rilassarsi, mentalmente e fisicamente. Tutti sappiamo cosa succede quando non ci rilassiamo mai: lo stress viene accumulato, ci sentiamo più stanchi, affaticati, tristi… Grazie alla meditazione siamo invece in grado di ritagliarci il nostro spazio, dedicando la giusta attenzione alla nostra mente, al corpo, al respiro ed allo spirito!

"New research is also showing that meditation restores the brain. A landmark study conducted by Massachusetts General Hospital found that as little as eight weeks of meditation not only helped people feel calmer but also produced changes in various areas of the brain, including growth in the areas associated with memory, empathy, sense of self, and stress regulation.”

Iniziare a meditare: consigli pratici

Se avete intenzione di iniziare a meditare, come per ogni cosa, bisogna iniziare con poco.

Abituiamo il nostro corpo ad una nuova routine: sia essa andare a fare una passeggiata, riniziare ad allenarsi o iniziare a meditare. Prendiamoci l’impegno (Tapas) di farlo ogni giorno, in un determinato momento. Vi consiglio la mattina appena svegli/e o la sera prima di dormire. O, perché no, entrambi.

Trovate uno spazio in cui meditare: sul vostro tappetino, seduti sul cuscino a letto, o ovunque abbiate uno spazio dove vi sentite sicuri e sereni. Se non ne avete uno, fate in modo di crearvelo. So che se si convive può essere difficile rimanere indisturbati anche solo per due minuti: se questa è la vostra situazione, fate sapere ai vostri familiari o a chi vive con voi che avete iniziato a meditare. Ditegli quando lo fate e per quanto avete bisogno di non essere disturbati: io ad esempio quando sono dovuta tornare a vivere con i miei per un periodo, appendevo un foglietto alla porta con suscritto “Sto meditando – grazie – ti amo – a dopo!”. Questo può essere un modo carino per prendersi i propri spazi!

Come dicevamo, iniziate con poco. Potete iniziare con uno, due o tre minuti, settare l’allarme nel vostro telefono e pian piano col passare dei giorni o quando avete più tempo, aumentare le sedute. Durante il Teacher Training in Thailandia ci facevano meditare un’ora ogni mattina: se l’ho fatto io con 35 gradi, a stomaco vuoto, sotto il sole cocente, gronda di sudore e con infinite mosche che mi si appiccicavano addosso, potete farlo anche voi.

Con il tempo arriverete a fare 10/15 minuti senza che nemmeno ve ne accorgerete!

Trovate poi una posizione comoda: la posizione in cui si medita è importantissima perché l’obiettivo è cercare di rimanere immobili. Immobili, non rigidi – dobbiamo quindi cercare di iniziare la nostra seduta di meditazione assicurandoci di essereseduti serenamente. Le posizioni più classiche sono seduti a gambe incrociate in padmasana (che non è la posizione del loto, con le caviglie sopra alle cosce), o seduti in ginocchio: in entrambi i casi si consiglia di avere il bacino più in alto delle ginocchia in modo da far fluire bene il sangue, e per questo si raccomanda di sedersi su un supporto, sia esso un blocchetto da yoga o un cuscino.

Se siete seduti a gambe incrociate, nel loto o nel mezzo loto, oltre al supporto sotto i glutei potete avere un supporto sotto le ginocchia, in modo da avere meno tensioni nelle anche. Se invece siete in ginocchio, potete avere un blocchetto appoggiato a terra ed un cuscino tra i glutei ed i polpacci.

 

La vastità della natura - 2018, Eastern Australia

Una volta trovata la vostra posizione comoda, con la colonna allineata e possibilmente non appoggiata, chiudete gli occhi e fate qualche respiro profondo. Cercate innanzitutto di fare uno scanner al corpo, e di rilassare tutte quelle zone dove state trattenendo delle tensioni.

Magari dopo pochissimo avrete voglia di alzarvi, rispondendo ai desideri del corpo e della mente: rispettiamo invece la nostra decisione di stare seduti. Così facendo questo piano piano capiamo che quel flusso di pensieri non può controllarci, se non lo permettiamo.

Impariamo a fermarci, quello che nella nostra società non siamo abituati a fare. Quella che la nostra mente vede come una perdita di tempo è in realtà l’unico modo che abbiamo per non sfuggire a ciò che realmente proviamo, e che da sempre cerchiamo di colmare con il fare compulsivo o con comportamenti auto-distruttivi come il fumo, l’alcol, le droghe, il cibo, eccetera ecceteraeccetera…

Portare il mento leggermente verso il petto aiuta a mantenere la concentrazione e la consapevolezza nel dove siamo e cosa stiamo facendo: siamo seduti e stiamo meditando.

Scegliere il proprio punto di attenzione, anche chiamato oggetto di meditazione è fondamentale: quello più comune è il respiro, la sensazione di ingresso ed uscita dell’aria sotto al naso. Cerca di mantenere un respiro normale e semplicemente osservalo.

A che cosa serve l’oggetto di meditazione che scegliete? È la vostra ancora, il vostro aiuto quando venite investiti dalla corrente di torniamo pensieri continua del vostro cervello, attraverso la quale tornate al momento presente e impariamo a distaccarci dalla nostra mente analitica. Oppure potete mettervi della musica rilassante. A me personalmente piace molto meditare sui suoni, ovvero semplicemente ascoltare e cercare di cogliere più suoni possibili attorno a me, ed è bellissimo quando è primavera e gli uccellini cantano. Oppure ancora potete scegliere un mantra, la ripetizione di un particolare suono o pensiero, o ancora un colore, o sui colori che vi passano davanti agli occhi. Insomma, i modi sono infiniti e qui ve ne ho elencati solo alcuni esempi, fate le vostre ricerche e i vostri esperimenti e poi fatemi sapere che cosa vi fa più piacere e che cosa trovate più funzionale!

Se avete bisogno di più ispirazione per l’oggetto di meditazione ho creato un file PDF con 31 idee da applicare in 31 giorni come oggetti di meditazione: lo trovi disponibile nel mio gruppo Facebook! Ti basterà iscriverti ad esso per scaricarlo.

Una volta che la sveglia o il timer suonerà, dopo che quel minuto o quei minuti vi saranno sembrati eterni, se avete modo ricordatevi di risvegliare il vostro corpo dolcemente: riportate pian piano l’attenzione al respiro, sentendolo più profondo, e pian piano tornando al corpo fisico.

Non preoccupatevi se durante la meditazione la vostra mente vaga e dopo pochissimo vi ritroverete distratti ed assorbiti dai vostri stessi pensieri: è importantissimo in questi momenti che non vi giudichiate ma che semplicemente riportiate l’attenzione al vostro oggetto di meditazione. In media facciamo circa 60/70 mila pensieri al giorno e quando meditiamo (ri)emergono tutti i nostri pensieri automatici e limitanti. Il nostro corpo vuole muoversi ed è del tutto normale. Restate calmi, restate seduti, ricordatevi che il vostro timer suonerà, e come ogni cosa nella vita anche questo momento di apparente tortura avrà una fine.

Ricordatevi che vi state facendo del bene!

Per aumentare la concentrazione potete usare per aiutarvi i famosi mudra, che non sono altro che gesti delle mani che secondo la tradizione yogica aiutano a far fluire le energie e mantenere la concentrazione: quello più famoso è il “chin” mudra, col pollice unito all’indice, e a livello pratico, aiutano perché se perdete il contatto tra le due dita vuol dire che probabilmente i pensieri hanno prevalso.

Quando meditare?

Secondo i testi tradizionali è opportuno meditare a stomaco vuoto, quindi il momento ideale sarebbe la mattina. La scienza lo conferma dicendo che la digestione occupa il 30% della nostra energia, e quindi diventa più difficile mantenere una posizione seduta che può essere scomoda per chi non è abituato. Per quanto mi riguarda, ti dico, fai bene a sederti e meditare ogni volta che ne senti la necessita, o che il volume dei pensieri si alza troppo. Soprattutto quando hai meno voglia di farlo, quello è proprio il momento in cui ne hai più bisogno.

I benefici della meditazione

In generale, i benefici principali della meditazione sono:

  • Riduzione di stress ed ansia
  • Mitigazione degli effetti della risposta automatica del sistema nervoso di “fight or flight”
  • Efficienza maggiore di ossigeno nel corpo
  • Aumento della produzione dell’ormone DHEA per il rallentamento dell’invecchiamento
  • Maggiore consapevolezza del proprio corpo e della propria mente

Riassunto dei consigli pratici

Eccovi un riassunto degli aspetti pratici più importanti per iniziare a meditare:

  • Trovare uno spazio tranquillo
  • Informare le persone che hai in casa che in quel momento stai meditando
  • Trovare una posizione comoda munendosi di tutti i supporti necessari
  • Settare il timer o la sveglia: inizia con poco!
  • Chiudere gli occhi
  • Portare il mento leggermente verso il petto
  • Decidere il proprio oggetto di meditazione
  • Aspettare che il timer suoni usufruendo dei consigli di questo articolo per non viversela come una tortura autoinflitta
  • Magari aiutare la concentrazione usando i Mudra

Questi erano i miei consigli per iniziare a meditare: la meditazione è, come dicevo all’inizio, una pratica vastissima e quella che vi ho presentato è solo un briciolo di tutto ciò che sta dietro: nel momento giusto farete esperienza di quello che vi serve per proseguire nel vostro cammino della meditazione!

Se vi va di condividere la vostra esperienza con la meditazione potete iscrivervi al mio gruppo Facebook seguendo questo link

Vi ringrazio per aver letto questo articolo e aspetto con piacere vostri feedback!

Ale

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